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La voce degli attivisti.
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Incontra Bologna intreccia le sue radici in un’intuizione di Matteo Lepore, più o meno un anno fa.

L’idea era quella di organizzare degli incontri di ascolto con i cittadini per intercettare le diverse esigenze e instaurare rapporti che si abbia la voglia di far funzionare, con la consapevolezza che senza cura questo non potrebbe avvenire e di farlo in una fase critica di pandemia come quella che stavamo vivendo.

Le occasioni di dialogo da ottobre a gennaio sono state continue ma tutte online, nel rispetto della salute e delle norme. La distanza era reale solo su un piano fisico, perché nel frattempo si stavano intrecciando fili e si stabilivano connessioni.

Erano i cittadini stessi che si organizzavano – mandavano mail a Matteo, invitavano altre persone, sceglievano gli argomenti; ci sono stati incontri con i musicisti, ci sono stati momenti di scambio con associazioni per bambini: le proposte erano diverse, venivano ascoltate e messe in sinergia da una squadra di lavoro che pian piano andava formandosi a supporto di Matteo.

Quando la pandemia lo ha consentito, i nostri attivisti si sono impegnati a spostare gli incontri sul territorio.

Strada per strada, ogni giorno in un posto diverso.

Si è così costituita una rete di cittadini mobilitati, ognuno con le proprie modalità, attorno alle proposte di Matteo Lepore e alla sua candidatura a sindaco di Bologna.

La campagna per le primarie è stata collettiva, caratterizzata da un’impostazione grassroots, dal basso – è stata una campagna a piedi, con il porta a porta e le buche delle lettere, ed è diventata anche una campagna al telefono, quando si è deciso di sperimentare un’azione di coinvolgimento individuale e personale tipica della scuola politica americana, ossia chiamare le persone direttamente a casa per invitarle ad attivarsi e a votare (in Europa, esperienze simili le abbiamo viste con soggetti come Momentum in UK e Barcelona en comú in Spagna). Le persone stesse non sono mai state concepite come prodotti o target, ma sempre come agenti di cambiamento.

“Andando a cercare le persone nei luoghi meno battuti dalla politica e incentivandole ad esprimersi” (cit. Laura Parker), fin dalla sua nascita, Incontra si è delineata come un progetto improntato all’ascolto, una pratica di mobilitazione che ha al centro la cura, la partecipazione.

Il nome Incontra Bologna è abbastanza indicativo

Alla base della formazione di Incontra c’è la volontà di avvicinare, di mettere assieme, di instaurare rapporti che poi funzioneranno, e di farlo in base a determinati princìpi, senza sconti e con un metodo preciso. Incontra stessa è un metodo. Non una lista, e non qualcosa che possa esaurirsi con la fine della campagna elettorale.

Caratteristiche imprescindibili e cifra distintiva sono la serietà e la coerenza, la trasparenza e la fedeltà a un ideale condiviso: i contenuti e gli obiettivi sono importanti, ma più importante ancora è il modo in cui traduciamo in azioni i nostri valori-guida, come scegliamo ogni giorno di interpretare la nostra visione trasformativa.

Vogliamo prenderci cura dei territori, dare voce a nuove forme di attivismo, portare avanti le istanze femministe, creare modelli sostenibili. L’ascolto, l’inclusione, la collaborazione, la prossimità sono princìpi a cui ci ispiriamo, con l’obiettivo di organizzare le comunità cittadine e di migliorare la qualità della democrazia. Ricettivi nei confronti delle nuove sfide che i tempi ci impongono, e coraggiosi, vogliamo fare di Bologna la città più progressista di Italia – e vogliamo farlo bene.